In questo sito puoi trovare documenti e materiali che approfondiscono la conoscenza del BULLISMO e del CYBERBULLISMO con consigli rivolti a genitori, insegnanti, ragazze e ragazzi utili per affrontare le principali forme di prepotenza.
Sono il frutto di più di 20 anni di attività di ricerca e di interventi con bambini e ragazzi, classi di scuola primaria e secondaria, consulenze a genitori e percorsi formativi con insegnanti.
La prospettiva con cui il bullismo viene affrontato è essenzialmente quella psicologica e socio educativa, approfondita nella sezione rigardante l'Approccio Emotivo Relazionale.
Il termine inglese "Cyber bullying" ("bullismo elettronico") indica l'utilizzo di informazioni elettroniche e dispositivi di comunicazione come ad esempio le piattaforme social, la posta elettronica, la messaggistica istantanea, i blogs, i messaggi di testo quali SMS, Whatsapp, i telefoni cellulari, MMS ecc. o l'uso di siti web con contenuti diffamatori, per effettuare azioni di bullismo, o molestare in qualche modo una persona o un gruppo, attraverso attacchi personali o con altre modalità. Alcuni comportamenti di prevaricazione per via elettronica si configurano come crimine informatico.
Come forma di bullismo, anche il cyberbullying è un comportamento intenzionale e riguarda danneggiamenti ripetuti o continuativi inflitti prevalentemente tramite frasi o immagini elettroniche. Alcuni ricercatori ritengono che possa considerarsi bullismo anche una sola azione (ad esempio la pubblicazioni di immagini intime riservate o calunnie o testi diffamatori ecc.), in quanto Internet permette la permanenza nel tempo e la visibilità ad un pubblico ampio.
Una obiezione che spesso viene fatta quando si parla dell'importanza del bullismo è:
"Perché tanta enfasi nel parlare di bullismo? Queste cose ci sono sempre state, siamo cresciuti bene anche noi ed è il modo in cui i bambini imparano ad arrangiarsi nella vita"
Questa opinione, in realtà alquanto diffusa, merita un tentativo di risposta articolata.
La prima causa di sottovalutazione del bullismo è che lo si confonde con la normale aggressività del vivere sociale. In realtà quando parliamo di bullismo parliamo di qualcosa di diverso dalla normale conflittualità fra coetanei e diverso anche dagli sporadici episodi di violenza che possono accadere in una comunità.
In questo periodo di grande attenzione mediatica al fenomeno del bullismo, conviene forse tenere presente che:
quando si parla di bullismo si fa riferimento alla dimensione sociale e relazionale di una serie di comportamenti di prepotenza e di prevaricazione
riconoscere ad un insieme di comportamenti le caratteristiche del bullismo non significa escludere la possibilità di considerare e valutare gli stessi comportamenti anche da altre prospettive, come ad esempio quella del diritto
sarebbe opportuno valutare i comportamenti di prevaricazione non solamente in base alla percezione o all'intenzionalità di chi li agisce, ma anche, o soprattutto, considerando le conseguenze per chi li subisce
Dott. Oliviero FACCHINETTI - www.bullismo.it - www.facchinetti.net
E' un questionario atto a rilevare la frequenza dei principali comportamenti attraverso cui si manifestano le prepotenze, elaborato da Lavelli e Facchinetti (2001) per una ricerca condotta nel Comune di Trento (Lavelli, Facchinetti e Pancher, 2002, negli Atti del Convegno "Bullismo che fare?). Si compone di una sezione di autovalutazione con domande relative ai comportamenti agiti e subiti, ai luoghi, alle dinamiche gruppali, alle persone con cui bambini e ragazzi parlano, agli atteggiamenti verso i comportamenti prepotenti ed una di nomina dei pari.
Nel corso degli anni è stato utilizzato in alcune ricerche in scuole del Trentino, raccogliendo complessivamente più di 4500 questionari compilati da alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado.
Da queste ricerche si deduce che in media un alunno ogni tre è coinvolto in modo continuativo nelle prepotenze: 38,8% alle elementari e 35,4% alle medie. Nelle scuole elementari il 29% degli alunni dichiara di subire prepotenze, contro il 20% alle medie.