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Approccio Emotivo Relazionale al Bullismo ©

Dott. Oliviero FACCHINETTI - www.bullismo.it - www.facchinetti.net
 
 
Cos'è E' un approccio globale al fenomeno delle prepotenze, sviluppato a partire dal 1997 attraverso attività di ricerca e di intervento, prevalentemente, ma non solo, in ambito scolastico ed educativo.

 

 
Le basi E' un intervento di tipo psico-socio-educativo che si basa su competenze di: psicologia scolastica, psicologia clinica, psicoterapia funzionale corporea, psicologia sociale e dei piccoli gruppi, psicoterapia dei disturbi emozionali, psicologia e trattamento dello stress e dei disturbi associati, psicologia dell'educazione.
Integra conoscenze maturate in più di 20 anni di interventi in ambito scolastico, attraverso: consulenze ai docenti per situazioni di disagio e di disabilità, attività di psicologia clinica e di counseling, lavoro di rete con servizi di area psico socio educativa attraverso equipe multiprofessionali, attività di prevenzione e riduzione delle prepotenze e del bullismo in ambito scolastico (più di 100 percorsi strutturati in 5 anni in classi di scuola primaria e secondaria), formazione ad insegnanti e operatori socio educativi.
La concezione di bullismo L'esperienza maturata in anni di intervento attivo nelle scuole ci ha fatto comprendere che il bullismo è un fenomeno complesso, determinato da un insieme di fattori afferenti a diversi ambiti: famiglia di appartenenza e stili educativi, caratteristiche di personalità dei soggetti coinvolti, modalità di espressione delle emozioni nelle diverse situazioni sociali, modalità di gestione dei conflitti, ambiente socio educativo e contesto socio ambientale, tipo e grado di presenza delle figure adulte educativamente importanti, modalità di gestione dei conflitti gruppali nello specifico contesto didattico, ecc.
La gamma di interventi Sono possibili diverse tipologie di intervento, come da scheda riportata nell'articolo "tipologia interventi" (sezione "cosa fare").
Considerando che la dimensione cognitiva di conoscenza delle norme di comportamento e di giudizio rispetto alle prepotenze nella maggior parte dei casi non è correlata alla effettiva messa in atto di comportamenti coerenti, l'intervento si propone di modificare atteggiamenti e comportamenti attraverso attività in grado di agire su diversi piani e livelli della comunicazione interpersonale e della dinamica di gruppo.
L'intervento più incisivo nella riduzione delle prepotenze è rappresentato dai "percorsi emotivo relazionali" con classi, che prevedono azioni a più livelli: attività di informazione e di consulenza psico educativa ai genitori, consulenza e collaborazione con i docenti, interventi diretti nelle classi in compresenza con gli insegnanti.
Gli elementi caratterizzanti
  • modello integrato della personalità e dei rapporti sociali
  • attenzione a più piani esperienziali e comunicativi (fisiologico-sensoriale, cognitivo-simbolico, posturale-movimento, affettivo-emotivo)
  • modello evolutivo della strutturazione di atteggiamenti caratteriali e ruoli sociali
  • intervento strutturato a più piani e livelli: singolo e famiglia, gruppo, classe, istituzione scolastica, ambiente sociale, ecc.
  • utilizzo di strumenti di mobilizzazione e di cambiamento che agiscono sui diversi piani del sé: cognitivo, emotivo, fisiologico e posturale
  • riconoscimento della centralità delle emozioni e della loro gestione nel determinare e mantenere il bullismo, nonchè nelle strategie di intervento
  • adattamento dell’intervento alla singola situazione (bambino, ragazzo, gruppo di coetanei, classe, scuola, ecc.), in funzione delle caratteristiche psico emotive e socio relazionali
Gli esiti Gli esiti sono fortemente correlati al grado di rispondenza effettiva alle premesse metodologiche ed alle modalità di collaborazione tra insegnanti ed esperto che interviene in classe. Nelle nostre indagini relative agli esiti dei percorsi nelle classi abbiamo riscontrato: riduzione significativa dell'indice di prepotenza subita, incremento del benessere relazionale nei rapporti con i compagni e nel vissuto scolastico, riduzione degli indici di ruolo di prepotente e di vittima nella nomina dei pari, maggiore capacità di cogliere le emozioni di disagio nei compagni e, soprattutto, minore rifiuto ed isolamento sociale delle vittime.

02.03.2006

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