Per una lunga serie di motivazioni inerenti il benessere personale e sociale.
- Per interrompere questo tipo di modalità di soluzione dei conflitti sociali affinchè i bambini ed i ragazzi imparino a gestire diversamente le loro relazioni
- per migliorare le condizioni di vita nella scuolae negli ambienti di aggregazione
- per far emergere le reali difficoltà relazionali sia dei "bulli" che delle "vittime" al fine di poter attivare interventi di supporto e aiuto
- perchè il bullismo è terreno culturale e sociale favorente l'evoluzione di comportamenti devianti e delinquenziali
- perchè chi subisce prepotenze in modo ripetuto e costante ne porta le conseguenze negative per anni e a volte per tutta la vita
- perchè in una società "civile" le vittime vanno tutelate, sostenute e rafforzate nelle loro abilità relazionali
- affinchè una cultura ed abitudini "collaborative" prendano il sopravvento sulla cultura della sopraffazione, della prepotenza e della violenza
- perchè i "prepotenti" possano essere aiutati a sentire, provare, manifestare emozioni di tenerezza e felicità (troppo spesso "dimenticate" e soffocate in abitudini di vita in cui prevalgono la fretta di agire e di prendere)
- perchè le "vittime" possano imparare a sentire e manifestare la naturale aggressività e la rabbia nelle situazioni in cui subiscono prepotenza
- perchè si possano spezzare le catene intergenerazionali di stili sociali ed educativi "malfunzionanti" e forieri di violenza
- per poter sperare in una società migliore e a misura d'uomo in cui prevalga la tolleranza verso la diversità ed il contatto con il nucleo profondo del sé.
02.07.2002