La prima causa di sottovalutazione del bullismo è che lo si confonde con la normale aggressività del vivere sociale.
In realtà quando parliamo di bullismo parliamo di qualcosa di diverso dalla normale conflittualità fra coetanei e diverso anche dagli sporadici episodi di violenza che possono accadere in una comunità.
Il bullismo è caratterizzato da alcuni fattori:
- Intenzione di fare del male e mancanza di compassione : il "persecutore" trova piacere nell'insultare, nel picchiare o nel cercare di dominare la "vittima" e continua anche quando è evidente che la vittima sta molto male ed è angosciata.
- Intensità e durata: il bullismo continua per un lungo periodo di tempo ed la quantità di prepotenze fa diminuire la stima di sé da parte della vittima.
- Potere del "bullo": il bullo ha maggior potere della vittima a causa dell'età, della forza, della grandezza o del genere (ad es. maschio più forte della femmina).
- Vulnerabilità della vittima: la vittima è più sensibile degli altri coetanei alle prese in giro, non sa o non può difendersi adeguatamente ed ha delle caratteristiche fisiche o psicologiche che la rendono più incline alla vittimizzazione.
- Mancanza di sostegno: la vittima si sente isolata ed esposta, spesso ha molta paura di riferire gli episodi di bullismo perché teme rappresaglie e vendette.
- Conseguenze: il danno per l'autostima della vittima si mantiene nel tempo e induce la persona ad un considerevole disinvestimento dalla scuola oppure alcune vittime diventano a loro volta aggressori.
In una situazione di normale conflittotra coetanei, nessuno di questi elementi è presente. Le persone coinvolte in un normale conflitto tra pari:
- non insistono oltre un certo limite per imporre la propria volontà
- spiegano il perché sono in disaccordo, manifestando le proprie ragioni
- si scusano o cercano soluzioni di "parità"
- si accordano e negoziano per soddisfare i propri bisogni
- sono in grado di cambiare argomento e allontanarsi.
02.07.2002